La fucina dei piloti svizzeri
di D. Daverio
L’aeroporto di Locarno è situato a pochi passi dal lago Maggiore, nella piana di Magadino, incastonata tra le Prealpi del Canton Ticino svizzero.
La vocazione come scuola di volo fu chiara fin dalla sua costituzione. Infatti, nel 1941 venne fondato ufficialmente e subito adibito all’addestramento dei piloti militari dell’Esercito Svizzero, grazie al trasferimento via rotaia di una quindicina di velivoli Bücker provenienti dall’aeroporto di Dübendorf. Con il passare degli anni, l’aeroporto si ingrandì progressivamente fino al 2007, anno in cui venne completato un radicale ammodernamento delle strutture.
Diversi sono stati gli aerei che si sono avvicendati per forgiare i piloti che tutt’oggi partecipano alla difesa dello spazio aereo elvetico: dai già citati Bücker Bü-133 e Bü-131 degli anni ’40-‘60, ai Pilatus PC-2 e PC-3 degli anni successivi, fino ad arrivare ai PC-7 e all’ultima versione NCPC-7 con avionica digitale. L’iter addestrativo di un pilota elvetico parte con l’iscrizione ai test attitudinali SPHAIR, eseguiti tramite la rete Internet direttamente da casa del candidato. Chi supera questo primo esame di idoneità, proseguirà nella fasi di reclutamento, valutazione dell’idoneità professionale (con sessioni al simulatore del PC-7), formazione militare, valutazione dell’attitudine al volo (tramite sortite reali sui Pilatus). Superata questa fase, il futuro pilota viene integrato nelle Forze Aeree e continua la formazione con un corso basico iniziale sugli NCPC-7 a Locarno, per poi passare ad Alpnach (corso avanzato su EC-635, per chi diventerà pilota di elicottero da trasporto) o Emmen (corso su PC-21, per poi effettuare la transizione sugli Hornet).
Anche se l’attività formativa sui Pilatus occupa quasi 6 mesi durante tutto l’arco dell’anno, altre sono le attività che hanno un ruolo importante. Prima tra tutte, la Scuola Esploratori Paracadutisti, costituita nel 1969, la quale istruisce giovani reclute a effettuare lanci da bassa e alta quota (fino a 8000m), sia di giorno che di notte, con equipaggiamento che in alcuni casi può raggiungere i 50kg di peso. L’unità è classificata come Forza Speciale in seno alle Forze Aeree, ed è addestrata ad operare dietro le linee nemiche. I lanci vengono eseguiti grazie ad alcuni Pilatus PC-6 “Turbo Porter”, aereo turbo-elica ad ala alta, sviluppato e consegnato alla Armée Suisse (o Schweizer Armee, secondo le dizioni francese e tedesca) a partire dal lontano 1967 e che dopo oltre 40 di servizio attivo, ha ancora un ruolo principale tra le file dell’Aeronautica.
Altre attività meno onerose in termini di tempo (ma non meno importanti) comprendono le sessioni di addestramento del “PC-7 Team”, la pattuglia nazionale formata da NCPC-7 e che ogni anno allieta il pubblico svizzero ed europeo con un susseguirsi di manovre impossibili agli aerei a reazione, grazie alla manovrabilità dell’addestratore di casa Pilatus; i voli di puntamento con PC-9 per l’addestramento delle truppe di difesa antiaerea; i voli con i drone ADS-95 e con gli elicotteri Alouette III, sia di addestramento che in supporto alla Guardia di Confine, responsabile del controllo delle frontiere dello Stato confederato e della tutela della sicurezza nazionale; l’addestramento ai voli notturni con elicotteri ed aerei, con l’utilizzo di NVG (Night Vision Goggles).
Durante la nostra visita, alcuni piloti provenienti da diverse unità dell’Aeronautica stavano effettuando voli notturni di conversione al pilotaggio del NCPC-7, versione ammodernata dell’addestratore turboelica. Tale attività viene svolta per familiarizzare i piloti ai nuovi cockpit dei velivoli; infatti, nel 2006 sono stati consegnati i primi due PC-7 aggiornati al nuovo standard, per arrivare progressivamente alla conversione di 28 esemplari. Riconoscibili esternamente dalla nuova livrea bicolore bianco/rossa (i PC-7 non aggiornati sono rimasti con la vecchia colorazione arancione), presentano un cockpit digitale dominato da un grosso MFD centrale, l’inserimento di un GPS per la navigazione, l’aggiunta di una seconda radio VHF e l’integrazione di un pilota automatico. L’addestramento dei nuovi allievi piloti può così rimanere al passo con i tempi e offrire una preparazione migliore al passaggio sui velivoli di terza e quarta generazione (attualmente in valutazione per l’acquisizione da parte del DDPS).
IMA-Photo vuole ringraziare il Servizio Comunicazione delle Forze Aeree Svizzere e il Sig. Manea per l'opportunità concessa e il tempo dedicato