Ex. Italian Call 2011

di D. Daverio

Nel 2011 ricorre un anniversario importante per l’Aviazione dell’Esercito: il 60° dalla sua costituzione. Era il 10 maggio 1951, infatti, quando veniva formato un reparto aereo di artiglieria che in seguito sarebbe divenuto l’AVES. La ricorrenza è stata festeggiata ufficialmente presso l'aeroporto di Viterbo, sede del 1° Reggimento "Antares" e del Comando Aviazione dell’Esercito, alla presenza delle alte cariche delle Forze Armate e delle autorità locali.

Due settimane più tardi, lo stesso aeroporto ha visto concretizzarsi un altro importante evento: Viterbo è stata scelta quale sede per lo svolgimento di "Italian Call 2011" (IT Call 11), terza esercitazione voluta e pianificata dalla European Defence Agency (EDA) come parte del più ampio Helicopter Training Programme (HTP, programma di addestramento per elicotteri). Infatti, già nel 2009 la Francia ha ospitato la "GAP 2009", svoltasi nel mese di marzo nell'area alpina di Gap ed utilizzata come banco-prova per valutare la fattibilità di un addestramento comune a livello europeo. Vista la buona riuscita e i propositi per una continuazione della collaborazione, l'anno successivo è stata la volta della Spagna con la "AZOR 2010", effettuata nella zona di Logroño, cittadina a sud-ovest dei Pirenei.

Decollo di un NH-90 TTH dell'Esercito Italiano

L’esercitazione ha visto la partecipazione di componenti ad ala rotante e personale di supporto provenienti da sei diverse nazioni: Austria (tre AB-212 e 30 uomini), Belgio (tre A-109 e 30 uomini), Germania (tre CH-53 e 22 uomini), Repubblica Ceca (tre Mi-171, due Mi-24 e 68 uomini), Slovenia (due Cougar e 20 uomini) e, naturalmente, Italia, la quale ha dato l’apporto di uomini e mezzi maggiore in quanto Paese organizzatore: due AB-212 e due EH-101 della Marina Militare (MMI), quattro A-129, due CH-47, tre NH-90, due AB-412 e un velivolo Do-228 dell’Esercito Italiano (EI) e 120 uomini. In qualità di osservatori, hanno partecipato rappresentanti di Grecia e Lituania. Per quanto riguarda l'aspetto operativo, logistico e amministrativo, l'organizzazione è stata affidata al Gen. Stefanini, attuale Comandante dell'AVES, e al Comando Aviazione dell'Esercito; al Gen. Francavilla, Comandante della Brigata dell'AVES, è spettata la direzione dell'esercitazione, la quale ha generato 600 ore di volo con una media di 50 missioni giornaliere.

Un Mi-24V della Repubblica Ceca rulla per il decollo

Scopo di "Italian Call 2011" è stato quello di amalgamare e coordinare le forze in gioco per giungere ad una coesione utile in teatri operativi attuali e futuri, quale l’Afghanistan. In questo contesto infatti, l’International Security Assistance Force (ISAF, Forza Internazionale di Assistenza alla Sicurezza) è un chiaro esempio di come le componenti nazionali si integrino per costituire un’unica forza cooperante per svolgere diverse operazioni: Combat Search and Rescue (CSAR, ricerca e soccorso in combattimento), Medical Evacuation (MedEvac, evacuazione medica), Close Air Support (CAS, supporto aereo ravvicinato), impiego di assetti Quick Reaction Forces (QRF, Forze di reazione immediata) in risposta ad azioni lanciate dagli insurgent (termine utilizzato per indicare sia i ribelli che i terroristi nelle attuali aree di intervento internazionali), trasporto e supporto alle truppe in area operativa, scorta armata a convogli, missioni con le forze speciali e prove a fuoco reali a stretto contatto con le truppe a terra. Enfasi è stata data ad interventi in risposta a crisi (Crisis Response Operations, CRO). Tutte queste missioni sono state condotte sul campo, utilizzando lo spazio aereo nei pressi di Viterbo denominato R53 (il quale comprende anche il poligono di Monte Romano, che ben si presta a simulare un territorio secco e polveroso come quello del Paese asiatico). Lo scenario utilizzato per pianificare le diverse missioni è lo stesso in cui opera attualmente l'ISAF; la motivazione di tale scelta è presto chiara: avere una situazione operativa il più vicino possibile alla realtà, utilizzando eventi reali per affinare tattiche e modi d'impiego dei mezzi, con il fine ultimo di addestrare gli equipaggi ad una realtà che presto si troveranno ad affrontare.

L'AB-212ASW della Marina Militare in volo tattico a bassa quota

Naturalmente, l'esecuzione di missioni interforze porta anche altri aspetti positivi. Primo tra tutti, lo scambio di idee e tattiche di impiego degli elicotteri; è risaputo che il modo migliore per imparare viene dall'esperienza altrui: poter scambiare opinioni con colleghi addestrati secondo standard comuni ma con filosofie differenti porta ad un miglioramento collettivo sul piano operativo. Secondo, da non sottovalutare, la familiarizzazione con la lingua inglese, unico mezzo per poter comunicare con tutte le forze in campo.

In missione

Per comprendere meglio l'apporto addestrativo di un'esercitazione di questa portata, ci è stata offerta la possibilità di partecipare ad una missione di trasporto di truppe in area operativa. L'assetto prevede due elicotteri AB-212 in configurazione NLA (Nucleo Lotta Anfibia, solitamente responsabili del trasporto degli uomini del ComSubIn e del Battaglione San Marco) della Marina Militare con funzione scout, un AS-532 Cougar sloveno utilizzato per l'evacuazione sanitaria d'urgenza (in caso di "contatto" con gli ostili) e due CH-53 Super Stallion a cui è stato affidato il trasporto delle truppe.

L'AB-212ASW mentre atterra nella Landing Zone assegnata

Veniamo assegnati ai due Agusta Bell della Marina Militare; dopo un breve briefing sulle procedure d'emergenza, veniamo imbarcati. Qui il Capo di Prima Classe (C1°) Leone mi assicura al seggiolino e mi fornisce il casco grazie al quale posso seguire le comunicazioni con gli equipaggi degli altri elicotteri e con il comando a terra. Si scaldano i motori e poco dopo la torre di controllo comunica il via libera al decollo. In qualità di scout, i due AB-212 (7-19 capo formazione, 7-16 gregario) conducono la formazione che prende quota. Durante il trasferimento verso la Landing Zone (LZ, zona d'atterraggio), il Sottotenente di Vascello (STV) Patrucco, copilota del 7-19, spiega come verrà condotto il volo: una volta in prossimità della stessa, passeremo in modalità di volo tattico, cioè volando a bassa quota seguendo le anse scavate da un fiume. Dietro i due scout, seguiranno il Cougar e i Super Stallion. Raggiunta la Landing Zone, nel nostro caso una spianata sabbiosa in un'ansa del fiume, i due elicotteri atterreranno sull'estremità a valle del fiume e ci sbarcheranno, dandoci la possibilità di scattare alcune fotografie da terra.

Passano pochi minuti ed ecco arrivare la comunicazione nell'interfono: volo tattico. Scendiamo di quota e vediamo le cime degli alberi avvicinarsi. Una secca virata verso sinistra ci porta nel letto del fiume che seguiamo con una serie di virate, cabrate e picchiate per mantenere un profilo di volo stealth. Dopo circa una decina di minuti sentiamo nell'interfono che la LZ è in vista: sorvoliamo l'area mentre il Cougar e i CH-53 toccano terra per simulare lo sbarco delle truppe e i due AB-212 forniscono la copertura dall'alto. Effettuiamo un 360 sulla LZ e ci prepariamo per l'atterraggio tattico: arriviamo veloci, l'elicottero pilotato dal STV Malgarini tende a cabrare per frenare velocemente e tocca terra, con una nuvola di polvere e detriti che viene alzata in ogni direzione. A questo punto, i gunner dei due AB-212 ci danno la possibilità di scendere tranquillamente (in caso di esercitazione con trasporto di truppe, la permanenza al suolo sarebbe durata ben pochi secondi per ridurre il rischio di essere colpiti da eventuali ostili presenti nelle vicinanze), e una volta assicuratisi della nostra posizione in sicurezza, gli elicotteri decollano per effettuare qualche passaggio, sempre tenendo un profilo di missione basso. La formazione esegue quattro passaggi, nell'ultimo dei quali il capo-formazione si spinge al di sotto delle cime degli alberi. Un bell'esempio di volo tattico!

Un Cougar sloveno mentre rulla prima di una missione

Atterrati davanti alla nostra posizione, il C1° Leone scende e si assicura che l'avvicinamento all'elicottero sia effettuato a dovere: accosto da ore 2, a testa bassa (per precauzione) e con tutto l'equipaggiamento ben saldo. Mi assicuro al seggiolino con la cintura, dopodiché viene dato il via libera e la formazione riprende quota. Missione conclusa, si rientra a Viterbo, dove atterriamo dopo 70 minuti di volo.

Operation "United Flags"

Il giorno 6 giugno si è svolto un evento, presso il poligono di Monte Romano, il cui fine è stato quello di presentare ad autorità e media l'attività svolta nell'esercitazione, con una serie di missioni interforze che hanno visto l'impiego delle diverse componenti presenti a Viterbo. Questa presentazione è stata nominata "Operation United Flags", dato che tutte le nazioni partecipanti a Italian Call 2011 vi hanno preso parte. Obiettivo della dimostrazione: la costituzione di una Forward Operating Base (FOB, base operativa avanzata).

L'evento è iniziato con l'aviolancio di uomini del 9° Reggimento Operazioni Speciali "Col Moschin" da un Dornier Do-228 dell'Esercito Italiano: loro il compito di allestire un Forward Operational Detachment (FOD, distaccamento operativo avanzato) e di stabilire le comunicazioni tattiche per il controllo della missione (J-TAC, Joint Tactical Air-mission Control). Una volta messa in sicurezza l'area e stabilita una LZ, è stato richiesto l'intervento degli elicotteri per il trasporto di personale e materiale. Tutti i partecipanti all'esercitazione hanno contribuito a questa fase iniziale, suddivisa in tre sezioni: la prima, composta da un A-109LUH con ruolo MEDEVAC, due AB-212 MMI, tre AB-212 austriaci e due AS-532 con ruolo Forward MEDEVAC, scortati da due A-129; la seconda sezione, composta da due A-109LUH in configurazione CAS e tre CH-53, due Mi-171 e tre CH-47 per il trasporto tattico, scortati anch'essi da due Mangusta; la terza, formata da tre NH-90 e un AB-212 MMI, scortati da due Mi-24.

Un AB-412 dell'Esercito Italiano sorvola l'area stampa del poligono

Durante questa fase, vengono proposte alcune situazioni che potrebbero incontrarsi sul campo. Viene dapprima simulato l'attacco da parte degli insurgent: questi cercano di abbattere il CH-47 addetto al trasporto di QRF, con il lancio di un missile terra-aria, al quale il Sistema Integrato di Auto-Protezione (SIAP) installato sull'elicottero risponde con il lancio di contromisure flare (contro missili a guida infrarossa); in un secondo momento, lo stesso elicottero viene ingaggiato dal fuoco di armi leggere, i cui colpi danneggiano l'impianto propulsivo e costringono il Chinook a un atterraggio d'emergenza. Una volta a terra, le QRF sbarcano per rendere sicura l'area mentre due A-109LUH orbitano per fornire protezione dal cielo. Al centro di comando arriva la richiesta di soccorso. Immediatamente partono un Chinook con a bordo truppe per garantire la sicurezza all'elicottero danneggiato e con una gru da campo per la sostituzione del motore, un Mi-171 con il personale tecnico e un CH-53 con stivato il motore da sostituire. Il secondo CH-47, scaricati uomini e gru, imbarca le QRF per portarle fino alla FOB. La sostituzione del motore avviene in circa 50 minuti.

Nel frattempo, le operazioni per la creazione della FOB continuano: tre NH-90 trasportano appesi al gancio baricentrico alcuni mortai che saranno utilizzati dai militari del 2° Plotone del 66° Reggimento della Brigata Aeromobile "Friuli", esperti in azioni aeromobili e il cui intervento è stato richiesto per fornire fuoco su obiettivi forniti dagli uomini del 185° Reparto Acquisizione Obiettivi (RAO), trasportati all'interno di un AB-412. Due Mi-24 scortano l'azione.

Tutto pronto per il decollo del Chinook

Non appena i mortai e il personale vengono rilasciati al suolo, gli NH-90 lasciano l'area per dare spazio agli uomini del 66° Reggimento, ma questi vengono ingaggiati da fuoco di armi leggere e quindi i Mi-24, comandati dal JTAC, intervengono. Ripulita l'area, il 2° Plotone inizia a fare fuoco sugli obiettivi acquisiti in precedenza e il 185° RAO ne dirige il puntamento da bordo del AB-412. L'area viene resa sicura e le QRF possono finalmente sbarcare. Mentre il CH-47 si allontana e i Mangusta di scorta vengono ridiretti su un altro obiettivo, le QRF subiscono un attacco e richiedono un Emergency CAS (ECAS): vengono inviati in supporto due NH-90 armati di minigun M134, i quali individuano e contrastano la minaccia. Inizia così l'offensiva delle QRF, supportate da due Mi-24 da attacco sopraggiunti in sostituzione dei Mangusta. Nel frattempo, uno dei due A-129 incassa colpi da terra ed è costretto a un atterraggio di emergenza. E' così necessario il recupero di pilota e gunner, tramite il sistema "buddy rescue": il secondo Mangusta atterra in prossimità del primo e i due piloti "appiedati" prendono posto sul suo carrello principale, all'esterno dell'elicottero (caratteristica unica per un elicottero d'attacco). Vicino alla LZ, giungono due Cougar con l'intento di effettuare una MEDEVAC, dato che lo scontro a fuoco tra QRF e insurgent ha generato dei feriti. I due elicotteri sloveni atterrano, caricano i feriti e subito sgombrano l'area calda, portando i feriti al più vicino ospedale da campo.

Intanto i mortai, avendo sparato diverse salve verso le postazioni avversarie, necessitano di munizioni: ecco che subito giunge un Do-228 che paracaduta alcune casse con i colpi da 120mm; anche le QRF stanno per finire munizioni e acqua, così due Mi-171 vengono inviati per rifornire le truppe.

Alcuni dei nuovi NH-90 pronti per essere trasferiti ai reparti

Nell'area vicina alla LZ, viene individuato un edificio dove più volte è stato notato movimento di insurgent, tra i quali probabilmente figurava anche uno dei loro leader. Si decide di effettuare un raid per catturare il leader e gli esponenti di spicco e per prevenire ulteriori futuri assembramenti degli stessi. Due AB-212 MMI vengono così inviati in zona con un team di uomini del 9° "Col Moschin", scortati da due A-129. Giunti sull'obiettivo, le Forze Speciali vengono infiltrate nell'edificio con la tecnica della discesa col canapone (fast rope), in modo che l'intervento sia veloce e quindi efficace. Allo stesso momento, tre AB-212 austriaci trasportano uomini del 4° Reggimento "Ranger" per costituire posti di blocco nelle strade che conducono alla FOB.

Si conclude così l'operazione "United Flags", con il recupero delle truppe inviate in area operativa. Il tutto si è svolto senza intoppi; enfasi va data al fatto che la presentazione non è stata "recitata" secondo un copione scritto, ma che gli eventi ai quali gli invitati hanno assistito fanno parte della normale attività compiuta da uomini addestrati secondo standard elevati e che grazie ad esercitazioni come la "Gap 2009", la "AZUR 2010", la "Italian Call 2011" e la prossima "Hot Blade 2012" possono interagire nel migliore dei modi per completare la loro missione.

IMA-Photo vuole ringraziare lo Stato Maggiore Esercito, il Col. Meola, il Ten. Col. Ramunno e tutto il personale dell'Esercito che hanno reso possibile questa nostra visita e che ci hanno fatto vivere un'ottima esperienza in prima persona. Inoltre, si ringrazia l'equipaggio degli AB-212 Eliassalto per averci accolto a bordo per una fantastica esperienza. Grazie!